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Firenze ospita dal 9 all’11 marzo il Primo Tuscan Anglo-American Festival in Florence.
A Firenze da sempre è forte e attiva una bella comunità anglosassone e americana. Sin dall’800, la città è stata amata e abitata da artisti e letterati sia inglesi che americani: è il caso, ad esempio della poetessa Elisabeth Barrett Browning e di suo marito, il poeta Robert Browning, inglesi, o dello statunitense Henry Wadsworth Longfellow.
Oggi Firenze ospita numerose università americane e corsi di perfezionamento in Lettere, Arti e quant’altro. La comunità anglo-americana è molto forte senza per questo essere chiusa in se stessa e anzi, partecipa attivamente alla vita cittadina.
Così, il primo Tuscan Anglo-American Festival in Florence vuole celebrare il forte legame tra le università americane, la cultura angloamericana e la Toscana in un dialogo tra istituzioni, studenti, professori e insegnanti. Circa 9000 studenti studiano ogni anno a Firenze, un grandissimo numero che è senza dubbio un apporto più che positivo alla città: la promozione di conferenze, concerti, seminari, opere di volontariato che la comunità angloamericana e le università seguono, portano valore aggiunto alla città. Il Festival vuole essere soprattutto un’occasione di contatto con gli studenti e gli istituti toscani, nell’ottica di condividere obiettivi, iniziative, esperienze, e stringere relazioni e progetti.
Il programma dei 3 giorni è densissimo di contenuti e iniziative. Si trovano tutti al sito web dell’evento www.taafinflorence.it e tra conferenze, concerti, iniziative d’arte e visite guidate coinvolgeranno la comunità angloamericana di Firenze in tantissime attività. L’apertura del Festival si svolgerà in una location d’eccezione, il Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio, segno di quanto la comunità rivesta un ruolo di primo piano all’interno della città.
In Piazza della Repubblica un gazebo farà da punto informativo, cuore pulsante dell’evento, che è aperto a tutti, angloamericani e italiani, nell’ottica di unire le due comunità verso interessi comuni, come mai prima d’ora.