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Terzo giorno di Festival, dati Auditel alla mano e una chiave di lettura che serpeggia di tavolo in tavolo in sala stampa: che sia un nuovo e ritrovato Sanremo aperto e adatto, finalmente, anche ai giovani? La considerazione la fa per primo il direttore di Rai1 Giancarlo Leone, e lo segue a ruota il presentatore e direttore artistico Carlo Conti. Lo share è stato infatti sorprendentemente alto, fin dalla prima serata con quasi il 50%, ovvero un italiano su due a seguire Rai1. Ma c’è di più: nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, lo share ha avuto picchi del 58%, ben più alto della media. Che succede alla manifestazione nazional popolare per eccellenza, solitamente disprezzata dai ventenni perché calibrata su altri gusti, altri suoni, altre frequenze? Siamo forse davanti a un cambio di rotta?
Avrete notato tutti la grande novità di quest’anno, ovvero la partecipazione delle nuove proposte in prime time invece che, come solitamente accadeva, a mezzanotte passata. Un gran bello scacco, per il quale il merito va alla direzione artistica di Carlo Conti e alle decisioni della Rai. Dobbiamo leggerlo come segnale di ottimismo? Sicuramente Conti ha spinto molto sul pedale dei giovani e della loro promozione: non ha mancato di sottolineare l’importanza di Area Sanremo, l’accademia che seleziona due delle nuove proposte che andranno al Festival, con sede nella Città dei Fiori e dalla quale sono usciti nomi poi diventati famosi, e ha condotto su Radio2 un programma che ogni sabato per un mese ha presentato e dato spazio a ognuno dei giovani partecipanti alla kermesse canora. Di oggi è anche la notizia, lanciata da Leone e favorevolmente accolta dal Comune, di un programma che a novembre andrà in diretta da Sanremo su Rai1 e che sarà interamente dedicato alla selezione dei giovani in vista del prossimo Festival.
Tempi e abitudini nuove? Certo, l’incidenza dei talent – quelli, sì, di grande successo tra i cosiddetti “giovani” – si fa sentire piuttosto forte: Chiara, i Dear Jack, Annalisa, Lorenzo Fragola, a suo modo Il Volo. Parliamo di un quarto dei big protagonisti di questa edizione di Sanremo, una percentuale piuttosto alta che fa pensare a un reale peso delle nuove “vie” della musica su una manifestazione solitamente ingessata e ferma su standard piuttosto vecchi. I dati di quest’anno invece vanno in direzione contraria: “il pubblico giovane si sposta sul festival – lo ha notato anche lo stesso Conti, che ha poi proseguito – sono riuscito a raccontare una sfida con il loro linguaggio, è quello dei talent, della sfida fuori e sul palco”. Solo questione di format? Conti è orgoglioso del risultato, e ancora una volta richiama il luogo che lo ha lanciato, nonché sua prima passione: la radio. Che sarà poi il vero mezzo di diffusione capillare per le nuove proposte di Sanremo, e anche per i giovani che stanno giù dal palco a guardar passare i loro idoli sul red carpet sanremese e ad ascoltarne le canzoni. Quindi, forse, anche a comprarle. “La vera forza dei giovani – ha così fatto notare Conti – è che li hanno già trasmessi le radio e in questo Festival hanno cantato davanti a 9 milioni di spettatori”.
Spettatori che, pare, non sono più solamente la casalinga di Voghera e la nonna appassionata di Albano e Romina. Ma è Sanremo che si apre ai giovani e sa rivolgersi a loro con un linguaggio adeguato, oppure è un nuovo modo di fare e vivere la musica che, partito dai giovani e dal mondo dei talent, ormai si riproduce col suo modello anche su eventi classici come Sanremo? Domande, tante domande in questo vorticoso scorrere di dati, nomi e musica: sarà però solo il futuro, insieme ai dati di vendita dei dischi, a darci risposte attendibili sul vero rapporto tra Sanremo e il mondo dei giovani.