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Polvere d’Italia è il brevissimo spettacolo portato in scena dalla compagnia LiberamenteUnico di cui fanno parte alcuni ospiti della Casa del Cottolengo di Torino. Diretto da Barbara Altissimo, lo spettacolo, ospitato nella rassegna E’(c)centrico alle Officine CAOS nel 2011 in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, dura appena 20 minuti durante i quali, a partire dall’Inno di Mameli fino a Meraviglioso di Domenico Modugno, viene raccontato quel che rimane della nostra povera Italia: la polvere. A raccontarlo non sono attori professionisti, bensì persone disabili. Quando sono entrata al Circolo dei Lettori non sapevo bene cosa aspettarmi da questa rappresentazione, è difficile in questi momenti immaginare che cosa vedremo in scena. Prima dello spettacolo ho avuto la fortuna di incontrare gli attori, che attendevano seduti in cerchio e chiacchierando con i giornalisti, il momento di entrare in scena, preoccupati di essere pronti e di piacere al pubblico.
Forse molti di voi storceranno il naso: non è teatro quello fatto da persone non professioniste e soprattutto da persone che la società discrimina in quanto disabili. Che cos’è dunque il teatro, mi sono domandata. Il teatro è costituito da corpi pieni di vita, il teatro è vita su un palcoscenico, il teatro è costituito da corpi in movimento. In Polvere d’Italia è possibile vedere questo, vedere chi non ha avuto molto dalla vita trasformarsi e diventare protagonista per quei 20 minuti, vediamo degli uomini e una donna raccontare il mondo italiano, la nostra politica, la perdita della speranza, della fiducia. Li sentiamo cantare e li vediamo muovere. Una sfida forse, come ha ricordato bene Fratel Marco Rizzonato, sembrava quasi impossibile veder recitare un sordo-muto, eppure ognuno secondo le proprie capacità ha deciso di esserci su quel palco. I ragazzi della Casa del Cottolengo durante gli spettacoli si autogestiscono, a volte sbagliano e si arrabbiano per aver sbagliato, ma “the show must go on”, un applauso e si prosegue con la narrazione.
Il progetto LiberamenteUnico è sicuramente un’iniziativa coraggiosa e allo stesso tempo provocatoria verso il mondo del teatro, lo scopo degli spettacoli di questa compagnia non è quello di riempire i palcoscenici, ma è quello di smuovere nelle persone qualcosa, attivare le loro coscienze. In 20 minuti è impossibile non ritrovarsi a riflettere, a commuoversi nel vedere quando questi ragazzi hanno avuto il coraggio, la voglia di mettersi in gioco e spesso anche, banalmente, di mostrarsi al mondo.
Ironica e commovente è la conclusione di Polvere d’Italia, quando Paolo canta “Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso. Meraviglioso, perfino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso.” Un canzone sicuramente perfetta per questo viaggio dentro noi stessi e dentro le nostre stesse vite.
Al termine dello spettacolo ho avuto l’occasione di incontrare ancora gli attori, dopo i complimenti necessari e gli incoraggiamenti, qualcuno ha azzardato un: “Dovrebbe essere più lungo…”, un ragazzo ospite della Casa del Cottolengo poi mi ha chiesto un giudizio critico, domandandomi se loro fossero proprio “da buttare”. Buttare? Rottamare chi è veramente vivo? Sarebbe una follia.
Foto di Palazzolo – da www.liberamenteunico.it