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Ciao Cristina, raccontaci chi sei e di cosa ti occupi.
Mi chiamo Cristina Foglia, sono di Milano e lavoro per uno studio di architettura che si chiama LaboMint, o meglio, architettura e design, una barriera che adesso come adesso è sempre più sottile: l’architettura sta cambiando e anche noi abbiamo deciso di rinnovarci un po’. Siamo qua con il progetto My Never Home che è un pattern che abbiamo realizzato con tutti i progetti scartati dei clienti. Ci occupiamo di decorazioni di interni, per cui studiamo sempre tantissime proposte, il cliente però ne sceglie una soltanto e tutti gli altri progetti, che per noi erano magari anche interessanti e importanti, vengono scartati. Abbiamo allora deciso di metterli insieme in questo pattern, per cui abbiamo realizzato una carta da parati e poi dei piccoli oggetti da vendere.
Qual è il percorso che ti ha portata all’architettura?
Io mi sono laureata in Design di interni, per cui molto vicino all’architettura: non è il guscio ma quello che ci sta dentro. E poi mi sono capitate varie occasioni, ho potuto lavorare con alcuni dei miei docenti per lo stage e da lì è iniziata una collaborazione che adesso è diventata un po’ più solida e si è trasformata per cui il mio ruolo all’interno dello studio è cambiato.
Al di fuori di Paratissima la vostra attività in cosa consiste?
Un po’ di tutto: facciamo ristrutturazione di interni, ci occupiamo di retail anche a livello di ricerca universitaria, per cui abbiamo dei corsi al Politecnico di Milano e dei Master con Poli Design, ce è uno po’ una costola del Politecnico. Facciamo anche grafica, abbiamo realizzato dei siti web, e adesso ci siamo lanciati con i prodotti, a 360 gradi insomma!
Design, architettura ma anche arte, perché siamo in una manifestazione dedicata all’arte. Come vi collocate qui e come vi definireste al di fuori dell’ambito design?
Non saprei neanche io! All’inizio non volevamo stare nella sezione di design perché il design è un po’ diverso rispetto a noi, la nostra era un po’ un’idea che volevamo vendere e il supporto che abbiamo trovato sono stati la carta da parati e gli oggetti.Noi siamo dei progettisti, progettare cosa dipende da quello che poi i clienti ti chiedono. Non ci poniamo assolutamente come gli artisti, che sono altro. Quello che volevamo fare qua era promuovere un po’ la nostra idea e farci conoscere in un momento in cui il mondo dell’architettura resta un po’ nascosto.
Chi lavora con te al progetto LaboMint?
Stabili siamo in due, io e Francesca Murialdo, però abbiamo molti contatti, ci piace creare un po’ di network con altri giovani designers, architetti, giovani, cerchiamo qua e là degli aiuti!
Perché venirvi a conoscere e scoprire a Paratissima?
Guardandomi intorno non ho visto nulla di simile, penso che sia interessante e magari anche divertente fermarsi a guardare cosa succede dentro e fuori dalle case degli altri, anche perché con tutti questi progetti messi insieme abbiamo costruito un mondo un po’ surreale!
Foto: StrayArt