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Alle porte dell’anteprima del POPistoia ’70, rassegna che porterà il sound pop in tutta la città, e a poche ore dalla consegna dei premi PIMI e il PIVI (ovvero i premi italiani per la musica e i videoclip indipendenti) a cura del MEI, siamo riusciti a fermare per qualche domanda il vincitore del Premio Speciale Plindo. Lui è Luca Janovitz e presenta per l’occasione il video del brano “Ultramondi”.
Ciao Luca, prima di tutto una presentazione di rito: chi sei e come nasce la tua passione per la musica?
Luca: “Ciao, allora io sono Luca Janovitz e ho cominciato a suonare nella scena musicale indipendente intorno alla metà degli anni ’90; poi, nel 2008, ho ricevuto la chiamata da Mario Fabiani che aveva aperto una piccola casa discografica qui a Firenze, la ISI Produzioni. Mi aveva sentito e gli era piaciuta la musica che faccio. Mi dice: “Lo vuoi fare un disco con me?” Ecco, da lì è nata un po’ la mia carriera musicale. Nel 2012 è uscito poi il mio primo album “One day only, Nov23″ e da lì ho avuto modo di suonare in varie città d’Italia; oggi, infine, esce “Ultramondi”, il mio nuovo lavoro. Il mio, insomma, è un percorso classico; vengo dai pub, dai locali dove si suona dal vero.
Dato che hai parlato di entrambi i tuoi album, “One day only, Nov23” e “Ultramondi“, diresti che tra i due esiste un percorso, un filo logico, o li vedi distanti tra di loro?
Luca: “One day only, Nov23” è stato il mio primo disco, ma racchiude canzoni che son state suonate nel corso di una decina d’anni. Pur essendo il primo disco, quindi, dal mio punto di vista è un lavoro più antologico: contiene tutte le canzoni che avevo suonato nel tempo e alle quali mi ero appassionato. “Ultramondi” invece, nasce questa primavera, come anche il brano che gli dà il nome. Qual è il discorso, dal punto di vista musicale non ho volutamente un genere di riferimento, io non posso dire di fare musica rock, pop o altro.. perché ogni canzone ha il suo genere! Nell’album ce ne sono dentro di più punk/rock come può essere “Corrente” o altre come “Lavandino” che è puramente jazz. Il percorso comune non è allora tanto la musica, che è multiforme, quanto la struttura del testo. A me piace molto giocare con le parole, scrivere testi che non voglio definire ricercati, ma piuttosto direi.. riflessivi. Abbinati, poi, ad una musica molto orecchiabile e molto commerciale formano un po’ la formula che c’è in “One day only, Nov23” e che poi ritorna in “Ultramondi”.
Quindi, componendo, ti dedichi prima ai testi o alle musiche?
Luca: Non c’è uno schema, molte volte parto da una melodia che mi nasce nel cervello, ce n’è una anche adesso, una melodia che mi passa in testa e che mi accompagna per settimane, a volte purtroppo per mesi. Poi una sera uno prende la chitarra ed esce fuori la struttura della canzone in venti minuti. Quindi direi che per me nasce prima la musica e poi, dopo, uno ci trova qualcosa da dire.
Come nasce la tua collaborazione con Plindo.com?
Luca: Guarda sono dei ragazzi eccezionali!Cos’è successo.. io ho girato il video di “Ultramondi” e mi è venuta l’idea di proporre alla redazione di Plindo, che è questa piattaforma di diffusione della musica in modalità libera al pubblico, di avere in esclusiva il mio video per un paio di mesi; invece di caricarlo sulle varie piattaforme come vimeo o altre ho pensato: perché non usare Plindo? E da lì è nata questa collaborazione. Essendo poi loro media partner dell’evento a Pistoia ho avuto il piacere e l’onore di ricevere questo premio speciale Plindo nella sezione del PIVI.
Sì, infatti sei il vincitore del Premio Speciale Plindo 2013 al PIVI!Come ci si sente?
Luca: Una bella soddisfazione, non solo per me ma anche per chi ha collaborato a realizzare il video. Questo è’ un progetto nato dall’entusiasmo, totalmente indipendente, in cui sostanzialmente non c’è un budget, ma è stato fatto da tanta gente con voglia di fare. Poi, può piacere o meno la musica che l’accompagna però dal punto di vista di realizzazione tecnica, di regia e tutto, nel complesso, è venuto fuori un lavoro più che dignitoso. A fronte di questo avere un riconoscimento dal MEI e da Plindo è una cosa molto bella.
Ci parli un po’ di questo brano (nonché video) che è poi anche il titolo del nuovo album?
Luca: “Ultramondi”… «ho visto un altro mondo pallido e sbiadito», citando un pochino il testo. Pensando a questo lavoro mi è venuto subito in mente l’immagine di un Argonauta che viaggia nel mondo dei sentimenti. Questo Argonauta viene da varie situazioni, ha vissuto in luoghi di desolazione e scopre un nuovo mondo dove ci sono elementi positivi: primi tra tutti i sentimenti, l’amore e la coppia. Questo è un po’ il concetto.
Come a tutti i nostri intervistati ti chiedo: collaborazioni, se potessi con chi?
Luca: Ah guarda, io se potessi, so che rimarrà un sogno, ma.. con Renato Zero!
Io ho iniziato a suonare la chitarra da solo verso gli 8 anni, sono l’ultimo di 4 fratelli e, si sta parlando agli inizi degli anni ’80, a loro piaceva da impazzire!Per imparare a suonare le canzoni di Renato ho imparato a suonare la chitarra; quindi se oggi ho la capacità di saper suonare un qualche strumento lo devo a lui!
Un’ultima parola per i nostri lettori: perché scoprire Luca Janovitz come artista?
Luca: Per esplorare nuovi mondi e nuovi spazi. Un invito, allora, a tutti gli amanti dell’essere e dell’intrepido a scoprire i tanti personaggi che ci sono nelle mie canzoni!