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Ever fallen in love? In love with someone you shouldn’t have fallen in love with?
Le parole della canzone del gruppo punk rock inglese fine anni ’70, Buzzcocks, riassumono perfettamente la storia della pellicola che sta facendo sospirare il mondo poco prima di Natale.
Anni ’50, un lussuoso centro commerciale di Manhattan, due donne agli antipodi che si incontrano. A separarle non solo il bancone del reparto bambole di porcellana ma ogni dettaglio: l’età, il ceto sociale e l’inclinazione sessuale. Da un lato Carol (Cate Blanchett), donna sofisticata, sposata e in cerca del regalo perfetto per l’adorata figlia, dall’altro Therese (Rooney Mara) giovane e annoiata commessa dallo sguardo timido ma curioso. L’attrazione è istantanea. Therese, che non aveva mai pensato ad una relazione con una donna prima, inizia a porsi domande man mano che il rapporto con la misteriosa e affascinate cliente si trasforma. La storia si dispiega delicatamente davanti allo sguardo dello spettatore, che entra nel difficile mondo di Carol in punta di piedi come capita a Therese. Il sospirato divorzio da un marito (Kyle Chandler) che la ama e si aggrappa alla custodia della figlia per tenere la donna ancorata a se, e l’accettazione della sua sessualità che tuttavia la condanna moralmente e socialmente.
Diretto da Todd Haynes (Far from Heaven, I am Not There) il film è un dramma suntuoso, in corsa per i Golden Globe 2016 con ben 5 nominations (miglior film, miglior regista, miglior attrice sia per Cate che per Rooney, miglior colonna sonora). Tratto da un romanzo di Patricia Highsmith The Price of Salt, è reso visivamente incantevole grazie alla collaborazione con l’esperta costumista Sandy Powell (Shakespeare in Love, Cinderella) che porta la magia degli anni ’50 davanti alla telecamera, e il magistrale direttore della fotografia Edward Lanchman (Erin Brockovich, Il giardino delle vergini suicide).
Le due attrici protagoniste sono eccezionali, Cate Blanchett si conferma impeccabile e regala una interpretazione toccante di elegante contegno e al tempo stesso coinvolgente passione nel ruolo di Carol. L’attrice australiana è sicuramente materiale da Oscar per il secondo anno consecutivo dopo Blue Jasmine. Rooney Mara, invece, è un talento emergente da non perdere di vista, dopo The Social Network (2010), Effetti Collaterali (2013) e Lei (2013) finalmente una parte che le permette di giocare con le sue carte migliori, la freschezza e quegli occhi profondi e brillanti che esprimono un insieme dilagante di emozioni: dall’entusiasmo alla paura, dall’affetto alla lussuria.
Carol è essenzialmente una storia d’amore, di quel tipo di amore che sorpassa le barriere di genere e si concentra sulla poeticità dell’accettazione, di se stessi e dell’altro, con tutto ciò che ne consegue.