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Si sono tenuti domenica 8 febbraio alla Royal Opera House i BAFTA, The British Academy of Film and Television Awards. Il meglio della cinematografia inglese, e non solo, si è riunito ancora una volta nel tempio della musica e della danza classica a pochi passi da Covent Garden. A presentare lo show Stephen Fry, la voce più famosa d’Inghilterra.
Solo alcuni fortunati hanno potuto gustarsi la sfilata di stelle sul red carpet, e per accedervi hanno dovuto presentarsi il giorno prima della premiazione sperando di ricevere uno degli agognati braccialetti passepartout in edizione limitata. La loro fatica non è stata sprecata, perché i volti noti si sono succeduti in gran numero: da Edward Norton a Benedict Cumberbatch, da Ralph Fiennes a James McAvoy.
Ad aggiudicarsi ben cinque premi, The Grand Budapest Hotel, la geniale opera di Wes Anderson che grazie al suo universo colorato e simmetrico e alla peculiare comicità porta a casa miglior scenografie, musica e trucco. Ma il più prestigioso è sicuramente il premio per la miglior sceneggiatura, un risultato che fa ben sperare in vista dei prossimi Oscar.
Con tre riconoscimenti troviamo Boyhood, miglior film, regista e attrice non protagonista (Patricia Arquette). Richard Linklater convince con una storia che racconta la quotidianità di un ragazzo, in maniera intima e profonda, seguendolo per dodici anni, filmando la sua crescita fisica ed emotiva. Una piccola perla che si differenzia per pacatezza e che parla di quella normalità in cui ognuno di noi può riconoscersi.
A pari merito il prorompente film Whiplash che vince nella categoria suono, montaggio e attore non protagonista (J.K. Simmons). Proveniente dal circuito indipendente americano, è la storia di Andrew studente di batteria jazz nella più prestigiosa scuola di New York. Imprescindibile la visione per gli amanti della musica.
Miglior attore protagonista è Eddie Redmayne, che offre l’interpretazione della vita vestendo i panni del fisico Stephen Hawking in La teoria del tutto. La pellicola, su cui noi puntiamo agli Academy Awards, vince come miglior film britannico, e miglior adattamento.
Julian Moore riceve il premio per miglior attrice protagonista in Still Alice, perfetta nel difficile ruolo di una donna che deve affrontare la perdita di se stessa lottando contro una forma precoce di Alzheimer.
Classe 1990, miglior attore emergente è Jack O’Connell, che Angelina Jolie ha voluto nel suo esordio alla regia con Unbroken. Salito alle cronache grazie al suo ruolo nella controversa serie di MTV Skins, il ventiquattrenne originario del Derby è maturato in fretta.
A bocca asciutta rimangono i pluri nominati Birdman, di Alejandro Gonzalez Inarritu, e The Imitation Game di Morten Tyldum.
The Lego Movie di Christopher Miller è il miglior film d’animazione, premiati anche gli effetti speciali di Interstellar.
Per finire il regista Mike Leigh, autore del recente Turner e di altrettanto importanti film come Segreti e Bugie (1996), Happy Go Lucky (2008), Another Year (2000) per citarne alcuni, riceve l’Academy Fellowship per i suoi 43 anni di carriera.
Foto di Alice Mozzie